Dente per dente

dente_x_dente_01Mi è venuto in mente un titolo biblico (il famoso dente per dente, fratello dell’occhio per occhio), ma era tanto minaccioso, nel senso che gli attribuiamo nel nostro parlare quotidiano, che non ho avuto il coraggio di scriverlo e l’ho affidato, piuttosto, ad un piccolo rebus.
I due denti qui sopra non sono per niente minacciosi, ed anzi sorridono a se stessi e al lettore: sono la testimonianza di un’operazione di amore.
Preferisco il termine operazione di amore all’inglese charity, la nostra carità, all’italiano beneficenza e al burocratese “Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale” che la legge italiana mi ha imposto di associare al nome della Fondazione Angola.
Le parole “carità” e “beneficenza” hanno un’origine nobile, ma l’uso le ha connotate di un significato negativo per la persona oggetto delle medesime: ho negli occhi l’immagine, anche fisica, di chi fa la carità ritto in piedi e di chi la riceve accovacciato in basso.
Nella nostra operazione di amore, invece, i due denti sono esattamente sullo stesso piano e allo stesso livello: l’uno sorride all’altro e nessuno può distinguere quello che riceve da quello che dà. Come è giusto che sia: entrambi danno ed entrambi ricevono allo stesso tempo.
I due denti allegri sono la testimonianza dell’ultima iniziativa della Fondazione Angola.
La Fondazione Angola nasce per creare in quella nazione il senso della salute della bocca.
Non si tratta di aiutare a migliorare una situazione, ma di rivelare a un popolo che esiste un “problema salute” e deve essere risolto.
Quindici dentisti veri per quindici milioni di abitanti, tanti quanti vivono in Angola, nascondono una situazione ancora peggiore di quanto mostrino le statistiche: non vogliono dire un dentista ogni milione di abitanti (già di per sé una proporzione difficilmente immaginabile e al di fuori della portata della nostra capacità di raffigurazione e di comprensione), ma ancora meno, perché la maggioranza di essi vive e lavora nella capitale, a Luanda, e non nello sconfinato interno, grande quattro volte l’Italia.
Quindici dentisti in tutto vogliono dire che milioni e milioni di persone passeranno tutta la loro vita senza la possibilità di incontrare un dentista. Non perché stiano bene (è un falso mito che i denti degli africani siano più resistenti di quelli degli europei), ma perché non esistono i dentisti che possano curarli.
Nell’interno e nelle città meno importanti si incontrano alcuni tecnici e alcuni praticoni, ma la loro preparazione è insufficiente e, direi, addirittura inferiore a quella dei famosi stregoni, che peraltro non esistono più.
Riflettiamo su questo dato e ricordiamo che per un ascesso a un dente si può morire, così come si può morire per un’appendice in cancrena non rimossa in tempo.
Tutto questo ha scosso la mia sensibilità, di uomo e di dentista, ed è all’origine della Fondazione Angola.
La Fondazione si è costituita secondo la vigente legislazione italiana il 18 giugno 2007, ma è già operativa in Angola, come si può vedere sul sito www.angolaonlus.org.
Nelle prossime news letter renderemo conto della nostra attività, che garantiamo fin d’ora vivace e ricca di iniziative.
Per il momento vi lascio con una frase d’autore senza autore: “Dedica un po’ di tempo al tuo prossimo. Ricorda che non vivi in un mondo solo tuo. Ci sono anche i tuoi fratelli”.
Il nome dell’autore lo conosco, ma me lo tengo per il numero di Natale.

Luigi Omiccioli

 Perché l’Angola sorrida